Wednesday, May 13, 2009
Il nuovo album dei Delain, band tirata su da Martin Westerholt, ex Within Temptation, è arrivato il 30 marzo. Dal sound molto melodico e ricco di tastiere, in generale non si distacca molto dal precedente Lucidity, anche se è più pieno e ricco: come il primo, i brani sono costruiti secondo il solito schema strofa-ritornello-ripresa, ma non stancano chi ascolta. Le atmosfere poi sono meno malinconiche rispetto all'altro lavoro, c'è un uso più ampio delle orchestrazioni: i 45 minuti del disco scorrono fluidi, quasi continui, dal primo brano April Rain, dalla linea energica e ben ritmata, in contrasto con il testo, piuttosto "scuro" e triste, all'ultimo Nothing Left, un congedo lento e nostalgico, un saluto a chi ascolta; passando per Invidia, vivace e intensa, a Control the Storm, dove la voce inconfondibile di Marco Hietala si intreccia con quella di Charlotte, e che dire di Virtue and Vice, la ciliegina sulla torta? Le aspettative non sono state deluse con questo album, e i Delain hanno dimostrato di saper produrre un buon lavoro anche senza tanti appoggi esterni, a dispetto di quanto alcuni malignamente affermano, che Lucidity è stato possibile soltanto grazie ai vari ospiti (Sharon Den Adel, Marco Hietala, Liv Kristine).
Voto: 8/10
Etichette: -D, Recensione
1 Comment:
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- Anderzz said...
May 14, 2009 at 12:29 AMNon so te, ma io per ora preferisco Lucidity (che tra l'altro secondo me starebbe in piedi anche senza gli illustri Marco, Sharon e Liv XD)
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